La danza di ricerca come espressione e linguaggio di arte contemporanea internazionale ha indirizzato le fondamenta del logo sul concetto di completare. L’incompleto come ciò che stimola ad aggiungere le parti mancanti e come ciò che permette di riconsiderare e ristrutturare. Grazie all’immaginazione e all’improvvisazione l’occhio umano è in grado di completare i singoli frammenti, parti di un processo in via di realizzazione, e percepire il logo come nome compiuto.
Per rispecchiare il suddetto concept le singole lettere vengono rappresentate in parte e non per intere; sono però gestite in modo tale da permettere all’utente di completare e quindi di identificare a primo impatto la parola trasmessa. Non solo per rendere il logo più accattivante, ma anche per rispecchiare quella che è la contemporaneità, sopra tutto in ambito artistico, le due parole che compongono il logo sono sovrapposte. Questa scelta grafica permette di creare un logo che richiede interattività e di conseguenza maggiore attenzione da parte del fruitore con la possibilità di andare a sfruttare quelle che sono le lettere che le due parole hanno in comune, creando quindi un gioco di percezione.
Prima di iniziare la realizzazione grafica del concept, è stata fatta un’attenta analisi su quella che è la percezione dell’occhio umano. Sono stati quindi scelti dei colori complementari (il giallo é opposto al viola, il blu è opposto all’arancione), noti anche come tinte opposte che vengono percepite in due momenti separati dal sistema occhio-cervello e permettono quindi di visualizzare due parole distinte. Il tutto avviene per una question fisiologica e ottica in quanto i colori complementari danno risposte opposte al cervello da parte di determinati recettori dell’occhio. Per indirizzare l’utente verso il giusto senso della lettura, il colore scelto per rappresentare la prima parola “cantieri” è il colore più forte e quindi più d’impatto. La possibilità di cadere in errore leggendo una sequenza errata da parte del fruitore è remota in quanto le due parole composte da nome e sostantivo possono avere un unica successione, regola sancita dalla grammatica italiana.
Il logo è quindi “incompleto” ma in grado di funzionare senza le parti “mancanti”, in ottima sintonia con il nome “cantieri contemporanei”; i colori e l’invito all’attenzione e interattività posta dalla forma contemporanea, le singole lettere frammentate e parti incompiute incarnano la parola “cantieri”; impianti dediti ai processi industriali e quindi alla produzione di beni consumabili. Questo è un parallelismo con il mondo della ricerca nella danza contemporanea che perfeziona la forma ed aggiunge nel tempo i pezzi che avviano un processo di metamorfosi.
Il font scelto per realizzare il logo è il Din Black, font san serif disegnato dal designer olandese Albert-Jan Pool sia per uso cartaceo che per uso digitale. Questo carattere tipografico è stato scelto in quanto lineare e senza grazie, adatto quindi ad un concetto contemporaneo, ma anche per la sua chiara leggibilità anche se di dimensioni ridotte. Il font è in linea e la sua scelta è ispirata ai prodotti di stampa e digitali del mondo dell’arte contemporanea internazionale che include ovviamente la danza, avendo così una connotazione settoriale.